Viva l’Ungheria libera

Viva l’Ungheria libera
Autore: Francesco Agnoli
Il governo ungherese di Orban è sotto assedio. I poteri fortissimi, Fondo monetario internazionale, il dipartimento di Stato americano e Bruxelles, cercano di assediarlo e di farlo cadere. La colpa dell’Ungheria è quella di avere una nuova costituzione, in difesa della vita e di non accettare diktat dall’esterno: l’Ungheria agli ungheresi. Il grande Fratello mondiale non può accettare queste manifestazioni di libertà. Ieri erano i carri sovietici, a minacciare l’Ungheria, oggi sono i detentori del denaro, i figli di Mammona, a mettere in sacco un paese, cercando di farlo impoverire, per poi controllarlo. Di seguito un articolo del Foglio:

Di seguito, 5 gennaio 2012 – ore 06:59

La marcia di Berlioz su Bruxelles
L’ungherese Viktor Orban contro l’Ue e il “socialismo gulash”

“Bruxelles non è Mosca”, ha scandito il premier ungherese Viktor Orban inaugurando una mostra alla Galleria di Budapest. Vi figura un ritratto di Imre Nagy, l’eroe della rivolta contro i carri armati sovietici di cui il primo ministro organizzò il funerale postumo nel 1989. Prese le dovute cautele sulle venature autoritarie tipiche della politica est-europea, la sfida di Orban è soprattutto all’europeismo ideologico. Una sfida fiscale, vista la decisione di porre la Banca centrale sotto il controllo politico. Già leader dei dissidenti antisovietici, Orban propone oggi una “rapsodia capitalistica” contro il “socialismo gulash”, come András Lánczi, teorico liberale ungherese, ha definito le politiche socialdemocratiche che hanno fatto sprofondare il paese nella stagnazione. Persino János Kis, ex dissidente che oggi battaglia con il premier, ha detto che la causa della vittoria di Orban è stata la débâcle della sinistra al potere dal 2002 al 2010. “Nessuno al mondo può dirci come dobbiamo legiferare”, ha risposto Orban, forte di due terzi del Parlamento, al Fondo monetario, al dipartimento di stato americano e al presidente della Commissione europea. “Non ci siamo sottomessi a Vienna nel 1848, ci siamo sollevati a Mosca nel 1956 e nel 1990 e oggi non permetteremo a Bruxelles di decidere per noi”. La rapsodia di Orban è nota come “kuruc”, dall’insurrezione antiasburgica del principe Francesco II Rákóczi che ispirò la “Marcia ungherese” di Berlioz. Nella nuova “Costituzione di Pasqua”, che sostituisce quella d’epoca sovietica, la dicitura “Repubblica d’Ungheria” lascia il posto alla sola “Ungheria”. La Costituzione riduce le denominazioni religiose che godono di benefici pubblici (cattoliche, protestanti, ebraiche e ortodosse), limitando l’espansione della setta Scientology. Orban restituirà alle chiese quel che è stato espropriato in era comunista. Unica in Europa, la Costituzione tutela la “vita dal concepimento”. Fra i leader del Partito popolare europeo, Orban è contro la decisione del Consiglio d’Europa che chiede agli stati membri di “garantire il diritto d’aborto”. Contro il denatalismo post comunista che ha portato l’Ungheria ad avere i tassi di nascita fra i più bassi del mondo, Orban sosterrà la maternità al grido di “Pacem in Utero” (pace nell’utero)…

http://www.libertaepersona.org/wordpress/2012/01/viva-lungheria-libera/#more-115670

DEMOCRAZIA VINCOLATA. LA “QUESTIONE UNGHERESE”
di Piero Nicola

Ungheria 1956: i carri armati sovietici – Ungheria 2012: lo strapotere UE

Un telegiornale della Rai, in ora di punta, ha trasmesso una notizia di grande significato, invero già nota e presa in considerazione dai più attenti. A tale proposito, La Repubblica presenta questo titolo: Ungheria, l’Unione europea si interroga ‘A Budapest c’è democrazia o dittatura?’.

Alla sovranità popolare, nella sua maggioranza dei cittadini votanti, tramite il parlamento oppure con referendum, spetta o non spetta di approvare una legge, anche costituzionale, spetta o non spetta di modificare la costituzione con una norma contraria a presunti diritti umani, contraria ai principi che informano i suddetti diritti?

Dunque, il caso concreto ci giunge dall’Ungheria, dove si è voluto un simile cambiamento; di fronte al quale la comunità degli stati, nonché l’opposizione interna di quel Paese, si sono inalberate con indignazione e con minacce di estromettere il nuovo stato canaglia dal consorzio dei popoli civili. Dandone un resoconto sommario, il telegiornale di cui sopra ha altresì curiosamente gridato alla dittatura. Niente po’ po’ di meno.

Di fatto, l’Ungheria maggioritaria esercita un giusto diritto di abolire certe libertà abusive – come lo sono la pratica dell’aborto, la diffusione di falsità religiose e morali, corruttrici delle masse, la totale uguaglianza di diritti attribuiti a omosessuali ed eterosessuali, l’indipendenza della Banca Centrale, che tiene le leve della politica monetaria, e via dicendo. L’Ungheria opera semplicemente il ricupero di valori tradizionali e perenni.

Va notato che l’aborto, gli spettacoli di contenuto pornografico, soggetti a censura, un grado di discriminazione dell’omosessualità, fino a circa mezzo secolo addietro cadevano sotto il rigore della legge nella stessa patria della democrazia liberale, cioè negli Stati Uniti.

Tuttavia era logico che la demagogia necessaria al potere, o altri disegni inconfessabili, conducessero all’estensione di alcuni supposti assiomi rivoluzionari del diciottesimo secolo; era matematico che la filosofia dei lumi, ereditata e in sostanza adottata, intrinsecamente atea, estendesse la libertà viepiù all’arbitrio contro natura e l’uguaglianza umana sino agli esseri bruti, sino agli animali. Processo che sta ormai sotto gli occhi di tutti.

L’avvenimento magiaro è quanto mai degno di nota, essendo eccezionale e fausto insieme; meriterebbe la solidarietà degli uomini dabbene, quelli di vera buona volontà; esso merita il plauso al coraggio di quei governanti; i quali purtroppo adesso si vedono indotti a giustificarsi, forzati a tributare il riconoscimento all’ingiustizia.

E di quale autorità divina o umana sono stati investiti i custodi dei principi dell’Ottantanove, che tuttora sono la base delle costituzioni statali e sopranazionali? Soltanto un accordo di uomini fallibili, fallibilissimi, ha decretato che l’aborto, l’assoluta uguaglianza di omosessuali e di normali (negata dalla Scrittura, segnatamente per bocca di San Paolo), la procreazione innaturale nelle sue varie forme, i vari generi di empietà, eccetera, sono cose lecite e legittime, anzi sono oggetto di diritto inalienabile, per cui viene reso passibile di punizione chi le dichiari inique e perverse.

Se ciò è potuto avvenire, essendo le genti d’accordo o indifferenti, il mondo va procedendo nella sua stolta perversione. La quale fu pure denunciata dalla Santa Chiesa con un imponente seguito di Pontefici: Pio VI, Pio VII, Gregorio XVI, Leone XXIII, S. Pio X, Pio XI, Pio XII. Abbiamo il conforto delle loro condanne del divorzio, dell’aborto, delle manipolazioni genetiche, degli errori intorno a Dio e allo Stato separato da Dio, se mai non bastasse il Decalogo: Non avrai altro Dio all’infuori di me; Onora il padre e la madre; Non ammazzare; Non fornicare; Non desiderare la donna d’altri.

Sarebbe davvero assurdo che i fedeli della Verità anteponessero le leggi civili, anche quelle supreme, alla Legge del Signore.

UNGHERIA. COMUNICATO STAMPA DEL PARTITO TRADIZIONAL-POPOLARE
L’Ungheria di Orban con il 1° gennaio 2012 ha intrapreso la strada per ritrovare se stessa, con la nuova democratica costituzione che infatti rimette al centro delle proprie istituzioni Dio, la persona e la profonda identità del suo popolo legata alla tradizione cristiana voluta e difesa da Re Stefano. Inoltre con legge dello stato ha limitato notevolmente lo strapotere della banca centrale sottoponendola al controllo delle istituzioni liberamente elette dal popolo. Tutto ciò è stato salutato da quasi tutti gli organi di regime europei come un rischio per la democrazia in Europa, ma in verità le oligarchie temono l’espandersi di un fenomeno di rifiuto delle imposizioni e delle intromissioni di Bruxelles nella vita delle nazioni. Nell’introduzione della nuove legge, inoltre, è scritto che viene “onorata la sacra la corona di re Stefano che da più di mille anni rappresenta l’unità della nazione” e si fa riferimento al cristianesimo come elemento fondante della nazione. Viene inoltre ribadito che il matrimonio è solo quello tra un uomo e una donna e si sostiene che “la vita del feto va protetta fin dal suo concepimento”. Un’altra misura seria è stata la ristatalizzazione dei fondi pensione e le maxitasse imposte ai grandi gruppi stranieri attivi in settori chiave quali distribuzione alimentare, telecomunicazioni e credito (questi gruppi hanno presentato ricorso in sede comunitaria). Infine, il governo ha limitato i margini di manovra della Banca centrale europea, attirandosi ulteriori e copiose critiche dall’Ue, che chiede a Orban di ripensarci. La risposta è stata bella e perentoria: «Non c’è nessuno al mondo che possa dire ai deputati eletti dal popolo ungherese quali leggi possono o non possono votare», ha tagliato corto il primo ministro.

Nino Sala

DITTATURA EUROPEA. IN UNGHERIA SONO INIZIATE LE MANOVRE PER ELIMINARE UN GOVERNO VOLUTO DAL POPOLO
E la nostra stampa, disciplinatamente, fa la sua piccola e sporca parte

di Paolo Deotto

Se qualche anima bella non ha ancora ben chiaro cosa succede in Europa, e cosa è appena successo in casa nostra, dove la burocrazia bancaria e massonica della UE è al comando, tramite il governo killer di Monti, andiamo a guardare cosa sta accadendo in questi giorni in Ungheria.

È bene premettere che in Ungheria nel 2010 è accaduto un fatto terribile: ci sono state le elezioni politiche e ha vinto, ampiamente, il partito Fidesz, guidato da Viktor Orban, che è così divenuto, per la seconda volta, Primo Ministro.

Il 18 aprile dello scorso anno il Parlamento ungherese, dove la maggioranza detiene i 2/3 dei seggi, ha approvato il testo della nuova Costituzione dell’Ungheria.

Fin qui, potremmo dire, che c’è di strano? Uno Stato sovrano – l’Ungheria – porta al Governo, con libere elezioni, chi più gli aggrada. Finché vogliamo continuare a parlare di democrazia, dobbiamo accettare che il popolo possa liberamente decidere il proprio destino.

Già, ma parlavamo di fatto terribile non a caso. Perché questa fantastica Unione Europea (proprio in questi giorni “celebriamo” il decennale dell’euro, che ci ha premesso di vivere tutti molto peggio di prima…) non si limita ad essere una potente organizzazione bancaria e finanziaria, ma si è anche autonominata custode delle coscienze e insindacabile giudice del Vero e del Falso, del Bene e del Male. La UE insorse già nello scorso aprile, perché la nuova Costituzione ungherese diceva cose terribili e spaventose. A questo proposito pubblicammo un articolo dal titolo “Orrore, orrore. La nuova costituzione ungherese parla di Dio”. In questo articolo (che potete rileggere cliccando sul titolo) facevamo un’elementare previsione: “Non dubitiamo che le forze sane, laiche e democratiche, scenderanno al più presto in lotta. Però, per ora, sono annichilite dall’orrore, vetrificate dallo sdegno”.

Le novità introdotte in Ungheria dalla nuova Costituzione non rappresentano che il ritorno a una razionalità elementare, nonché il riconoscimento che la Nazione ungherese è una nazione cristiana, e altri particolari che potrete leggere nel comunicato stampa di Nino Sala, segretario del Partito Tradizional Popolare, pubblicato oggi anche su Riscossa Cristiana.

In particolare vorremmo sottolineare che in Ungheria viene introdotto (o meglio, ripristinato) il controllo statale sull’attività della Banca Centrale. Attenzione, signor Orban, in questo modo Lei rischia la pelle, perché tocca interessi enormi!

Ebbene, le forze sane laiche democratiche eccetera hanno iniziato a scendere in campo con manifestazioni di piazza, e col viatico eccellente della signora Clinton, segretario di Stato del Paese guidato dal bombarolo Obama. I commissari europei hanno gridato forte e alto il loro sdegno, e l’Ungheria ora rischia di subire sanzioni.

Salvo errore, non si è ancora pronunciato il vecchio comunista Napolitano (forse causa le festività natalizie), che in genere rilascia dichiarazioni su tutto per otto giorni alla settimana. Attendiamo, anche perché lui è un esperto su come rimettere in riga gli ungheresi che vogliano essere liberi e indipendenti.

Dunque la piazza ungherese è in agitazione. Vedremo il seguito. Vedremo se il signor Orban, che non ha ancora cinquant’anni, verrà a breve accusato di scandalosa vita (pro memoria: attualmente in Europa si parla di scandalo se a un uomo piacciono le donne. Se siete omosessuali, transessuali, chissacosasessuali andate tranquilli, non rischiate nulla). Non sappiamo se Viktor Orban sia ricco o povero, se abbia conflitti di interesse, o che altro. Ma sono dettagli. Le accuse si trovano sempre, basta inventarle. Possiamo solo augurarci, per il bene e la libertà dell’Ungheria, che in quel Paese ci sia una magistratura seria.

La piazza si agita, e anche un bambino scemo sa che le piazze si agitano quando sono ben organizzate e orchestrate. Nella fattispecie la “solidarietà” americana e UE è così smaccata da rendere superfluo ogni commento.

In casa nostra i mezzi di informazione (fatte sempre le solite debite, ma purtroppo scarse, eccezioni) si accodano disciplinatamente.

Il Corrierone ci informa che in piazza sono scesi ben 70.000 ungheresi, e forse si fa prendere un po’ la mano, visto che un altro foglio di regime, il “Fatto” parla di trentamila (ed evoca anche, chissà perché, lo spettro dell’antisemitismo…). Ma ecco che un altro giornale allineato, L’Unità, ci informa di un fatto terribile, agghiacciante, degno di una cooperativa tra Dario Argento ed Edgar Allan Poe: Viktor Orban è amico di Berlusconi!

Morale della favola: gli ungheresi si sono dati il Governo che hanno voluto, le elezioni politiche si sono tenute regolarmente, nessuno a suo tempo ha parlato di brogli elettorali, o simili faccende. A questo punto accade che la maggioranza nata dalle elezioni faccia il suo mestiere, ossia pretenda di governare il Paese.

Ma c’è un particolare: la democrazia in Europa è ormai in fase terminale. La volontà popolare non ha alcun peso. Se un Governo regolarmente eletto adotta una politica che non è ossequiente verso quel mix diabolico di banche, poteri forti, interessi finanziari, in buona parte tra loro legati dal comune grembiulino, quel governo è destinato a morire. Se poi, nel caso specifico dell’Ungheria, quel governo pretende al contempo di ricordare le radici cristiane del Paese e di limitare lo strapotere della grande finanza, riportando sotto il controllo statale l’attività della Banca Centrale, la catastrofe è totale.

Sono, purtroppo, prevedibili giorni molto duri per l’Ungheria. Il fuoco di artiglieria mediatico è già iniziato. Gli ungheresi, quella gran maggioranza che ha portato Orban al Governo, non i 30 o 70.000 che ora vengono inquadrati in piazza a urlare, saranno attaccati impietosamente, né sappiamo se potranno continuare ad avere il Governo che, lo ripetiamo, hanno liberamente scelto.

Ma le libere scelte dei popoli, i fatti lo dimostrano, non valgono nulla per il megapotere europeo.

QUESTO NUOVO SCHIFO DOVREBBE FARCI RIFLETTERE SU UN FATTO ELEMENTARE: E’ URGENTE USCIRE DA QUESTA CAMERA A GAS CHE SI CHIAMA “UE”. OGNI GIORNO E’ SEMPRE PIU’ CHIARO CHE SI MARCIA SULLA STRADA DEL “SUPERSTATO”, SULLA CANCELLAZIONE DELLE IDENTITA’ NAZIONALI, SULLA CREAZIONE DI UNA EUROPA FATTA DI DISCIPLINATI CONSUMATORI CHE, ZITTI ZITTI, DOVRANNO OBBEDIRE A UNA CASTA DI BUROCRATI CHE NON RAPPRESENTANO ALTRO CHE SE’ STESSI E GLI INTERESSI DEI GRUPPI PER CUI LAVORANO. IL GRANDE STATO EUROPEO: PRIMA TAPPA PER REALIZZARE IL GRANDE STATO MONDIALE VAGHEGGIATO DALLA MASSONERIA.

Dio aiuti l’Ungheria. E anche l’Italia.

Info su Giorgio

Sono un Infermiere, scrivo libri e da molti anni sono attivo nel volontariato pro life per quanto riguarda la difesa della vita dal concepimento al termine naturale. Sono presidente dell'associazione "Ora et Labora in difesa della vita"
Questa voce è stata pubblicata in News. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento