In morte degli italiani: il mortaio Monti


Le notti diventano bianche tra il sudore provocato da un eccessivo caldo estivo e i brividi interni provocati da un orribile senso di morte. Il senso di un paese che volge inesorabilmente al tramonto.
Il tramonto di un modo di essere, di vivere , di sperare.  Forse è meglio non documentarsi più, non seguire le notizie, ma l’angoscia per ciò che ci attende ci impone di aprire i giornali, magari quando ci troviamo al bar per cercare un po’ di ristoro psicofisico in un buon caffè freddo.
Allora cogliamo tra il brusio della gente, voci di lamento, di malessere, di stanchezza. E sfogliando le pagine dei giornali si teme la lettura degli articoli come se avessimo paura di trovare l’annuncio mortuario di persone conosciute e care.
In effetti ogni giorno, assistiamo alla morte della democrazia, alla morte del buon senso, alla morte della ragione. Borsa che sale e scende per le dichiarazioni di qualche gaglioffo venduto al sistema, dove sempre i soliti pochi hanno a guadagnare da questo folle vortice nel quale l’economia sembra essersi ormai cacciata.
Ormai sembra che la concretezza di ogni azienda, la realtà di ogni vita sofferta nel tentativo di alzarsi  ogni giorno dal letto per inventarsi qualcosa per campare, debba essere collegata ad qualcosa di inverosimile come lo “Spread”. Una parola che mette paura per il nichilismo, per la follia che si lascia dietro.
Follia di tasse e di prelievi , di salassi effettuati in un corpo sociale calato nel crogiuolo di una sofferenza che da psicologica sta diventando fisica. E tutto ciò alla gloria dei magnati della finanza di tutti quanti hanno giocato una partita così pericolosa. Una partita senza più regole etiche, senza regole di mercato autentiche, senza rispetto per il lavoro vero , quello che produce attraverso il sudore della fronte.
Un pool di signorini dal colletto bianco decide elettronicamente se chi produce tonnellate di arance e pomodori vale o non vale. Lo decidono senza sapere nulla di agricoltura, senza sapere nulla del lavoro con la vanga in mano. Lo decide senza preoccuparsi di mandare al macero vere produzioni e alla fame i lavoratori, in virtù di capitali spostati in attività inesistenti, in giochi speculativi , in giri voluttuari di denari inesistenti.
Che paradosso! Nel mondo più materiale possibile e senza Dio, l’assoluta immaterialità ed inesistenza del denaro elettronico condiziona la materia e la vita in carne ed ossa…
E uccide , uccide la speranza, uccide la capacità di progetto, in un mercato fluttuante che in base alle dichiarazioni estemporanee di un capo di stato decide se delle aziende devono fallire. Questo è un mondo che quanto più si è attaccato alla materia, ad un nichilismo di stampo marxista, tanto più ha creato mondi virtuali che uccidono la verità delle tante persone che soffrono.
Ed è uno spettacolo semplicemente raccapricciante vedere un Premier che corre ad avallare ogni esigenza di un mercato bugiardo , rapinando le nostre case, depauperando i nostri conti correnti, svuotando le nostre vite, strozzando le imprese, al solo scopo di tenere testa ad un mercato della bugia.
Mario Monti sta seguendo la logica illogica e folle del nodo scorsoio, cercando di oliare il cappio che è stato posto attorno al nostro collo prima che egli intervenisse a completare il danno.
In effetti i toni di questo premier sono da marcia funebre, lugubri come lugubre è l’espressione che mostra ogni giorno, quasi a comunicarci che dobbiamo morire tutti. Tanto nel cappio di sicuro egli, Sua Finanza, certo non è compreso con le sue decine di migliaia di euro che ha garantite al mese.
Sua Finanza cerca di convincerci che ce La sta mettendo tutta per salvarci …. Certo… aggiungerei che ci sta salvando da una morte lenta accelerandola con le tasse che ha intenzione di scaricarci sul groppone.
Sua Finanza dovrebbe avere ben presente che il metodo migliore dovrebbe essere quello di tagliare la corda del cappio che abbiamo intorno al collo.
E invece assume più le sembianze di un mortaio che lancia granate sulle nostre povere aziende ormai ridotte in brache di tela.
Per usare una frase del filosofo Heidegger, ormai solo un Dio ci può salvare.
Preghiamolo, che ci liberi dal Monti !!!

Francesco Corsi

Info su Giorgio

Sono un Infermiere, scrivo libri e da molti anni sono attivo nel volontariato pro life per quanto riguarda la difesa della vita dal concepimento al termine naturale. Sono presidente dell'associazione "Ora et Labora in difesa della vita"
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