LE BUGIE DELLA 194: IN REALTA’ L’ABORTO (OLTRE A UCCIDERE UN BAMBINO INNOCENTE) NON TUTELA NEMMENO LA SALUTE DELLE DONNE

L’aborto determina un grave pericolo per la salute fisica e psichica della donna e il proseguimento della gravidanza, invece il parto e la maternità proteggono la salute della donna
di Virginia Lalli
Art. 4 della L. 194: “Per l’interruzione volontaria della gravidanza entro i primi novanta giorni, la donna che accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica…” e ancora l’art. 6: “L’interruzione volontaria della gravidanza, dopo i primi novanta giorni, può essere praticata: lettera b) quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna”.
Insomma gli articoli sopracitati della 194 lascerebbero intendere che con l’aborto la salute della donna può solo migliorare, quasi come l’aborto fosse una cura medica.
E’evidente che il legislatore ha agganciato la legge 194 a un diritto fondamentale: il diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione. Tale riferimento tuttavia non ha alcun fondamento scientifico.
Allora al di là di quanto affermato dalla L.194 andiamo a considerare la realtà del vissuto delle donne così come si è verificata in oltre trenta anni di L.194 ovvero quali risultati ha prodotto l’aborto legale sulla salute fisica e psichica delle donne.
Dalla relazione 2011 del ministro della salute sulla attuazione della legge 194/78 sotto la voce “complicanze immediate dell’IVG” si legge: “Nel 2009 sono state registrate 3.9 complicanze per 1000 IVG senza distinzione sulle procedure. La complicanza più frequente risulta essere l’emorragia”. Che non è poco come rischio ma se è per la “salute”….
Allora passiamo alle “complicanze nel lungo periodo dopo l’IVG” che la relazione del ministero non menziona. Sul piano psicologico il post-aborto è molto drammatico con effetti destabilizzanti per la psiche delle donne che spesso devono ricorrere a rimedi psichiatrici.
La psicologa Cinzia Baccaglini nel suo saggio nel libro: “L’aborto e i suoi retroscena” ha scritto: ” Un altro studio rivela che anche quattro anni dopo aver abortito, il tasso di ricorso alla psichiatria rimane del 67% più alto rispetto a quello delle donne che non hanno abortito. Secondo l’Archives of Women’s Mental Health, nel 2001, le donne che hanno abortito risultano aver sviluppato in maggior misura reazioni di aggiustamento, psicosi depressive e disturbi neurologici e bipolari. Anche il rischio di depressione o psicosi post-parto per le nascite desiderate è maggiore per le donne che avevano precedentemente abortito. Per una media di otto anni successivi all’aborto, le donne sposate hanno presentato disturbi vari riguardanti la vita sessuale e una propensione a cadere in depressione clinica del 138% superiore rispetto alle corrispondenti donne che avevano portato avanti la loro gravidanza indesiderata. Questo secondo il British Medical Journal del 19 gennaio del 2002. Riguardo il problema dell’alcol e della tossicodipendenza, le donne che hanno abortito risultano essere 4,5 volte più esposte a tali pratiche nell’affrontare il loro contrasto e dolore interiore”.
Inoltre dal sito www.uccronline.it/…/il-legame-tra-aborto-e-cancro-al-seno-ha-ucciso-300-mila-donne-negli-usa/ :La letteratura scientifica medica ha scoperto un nesso tra aborto e cancro al seno. Negli ultimi 21 mesi 4 studi epidemiologici hanno confermato ciò. Tra questi vi è un importante studio realizzato da Louise Brinton, ricercatrice del National Cancer Institute.
Il docente di biologia ed endocrinologia del Baruch College di New York, Joel Brind, tra i massimi esperti al mondo di cancro al seno ha affermato in un articolo del 1996 nel Journal of Epidemiol Community Health che l’aborto indotto ha causato almeno 300mila casi di cancro al seno con conseguente morte della donna dal 1975. Nell’articolo sostiene che le donne che hanno avuto un aborto procurato hanno un aumento della possibilità di sviluppare il cancro al seno del 30%.
Anche la dott.ssa Angela Lanfranchi docente di chirurgia presso la Robert Wood Jhonson Medical School del New Jersey e Presidente cofondatrice del Breast Cancer Prevention Institute, come riporta il Daytondailynews del 26 ottobre 2009, ad un convegno ha spiegato i legami tra cancro al seno, aborto e controllo delle nascite attraverso pillole contraccettive.
Ma v’è di più infatti è vero il contrario rispetto a quanto statuisce la L. 194 ovvero il proseguimento della gravidanza ha effetti benefici sulla salute delle donne. In un articolo nella rivista medica Linacre Quarterly della Catholic Medical Association, la dottoressa Lanfranchi ha affermato che al termine della gravidanza, l’85% del tessuto mammario è resistente al cancro e che ad ogni gravidanza successiva diminuisce il rischio di un ulteriore 10%.
Il Prof. Salvatore Mancuso, già direttore del Dipartimento della salute della donna dell’Università Cattolica di Milano nel suo libro “La prima casa” a pag. 112 afferma “il flusso di cellule staminali che, per tutta la durata della gravidanza, entrano nel corpo materno attraverso il cordone ombelicale è veramente enorme e aumenta a dismisura non solo nel caso di lesioni placentari ma anche e soprattutto nel caso di lesione di organi materni. Sia durante la gravidanza sia a distanza di tanti anni, le cellule staminali dei figli, incorporate e domiciliate nell’organismo materno, mantengono le caratteristiche di plasticità riparativa”.
Dello stesso tenore le considerazioni tratte da un libro di un noto medico pro-choice il Prof. Umberto Veronesi. Ebbene nel libro di Veronesi “Le donne vogliono sapere” (Sperling & Kupfer Editori, 2006) il capitolo 9 è intitolato “La gravidanza protettiva”.
A pag. 100 del libro il prof. Veronesi spiega: “Noi sappiamo che la prima gravidanza in età giovanile è altamente protettiva. E più figli si hanno più alto è lo scudo protettivo che si crea. La donna ha nel suo patrimonio genetico, chiaramente scritta, la funzione biologica di cardine di salvaguardia della specie. Deve far funzionare il suo apparato riproduttivo, e prima lo fa meglio è”.
E a pag. 103 alla domanda: “Da quali altri tumori protegge una gravidanza precoce?” Il prof. Veronesi risponde: “Al seno senz’altro, e direi tutti quelli femminili ormono-dipendenti”.
In finale poiché si sa che “i figli delle tenebre sono più scaltri dei figli della luce” basta leggere il contenuto della L.194 al contrario per sapere la verità e la realtà: “l’aborto determina un grave pericolo per la salute fisica e psichica della donna e il proseguimento della gravidanza, il parto e la maternità proteggono la salute della donna”.

Fonte: BastaBugie, 31/08/2011
Pubblicato su BASTABUGIE n.208

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Info su Giorgio

Sono un Infermiere, scrivo libri e da molti anni sono attivo nel volontariato pro life per quanto riguarda la difesa della vita dal concepimento al termine naturale. Sono presidente dell'associazione "Ora et Labora in difesa della vita"
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