“LA BUSSOLA” BACCHETTA AVVENIRE:

SUL FINE VITA UN GRAVE ERRORE DENIGRARE CHI DICE NO ALLE DAT

Il quotidiano diretto da Riccardo Cascioli critica apertamente la linea del quotidiano della CEI:

“Intollerabile liquidare come supercattolici i numerosi e autorevoli avversari delle DAT.”

Avvenire ha perso la Bussola. Nel senso che il quotidiano online ha criticato apertamente il quotidiano della CEI. Materia del contendere: la legge sul fine vita in discussione al Parlamento italiano.

La “Bussola Quotidiana” è un giovane giornale d’opinione, diretto da Riccardo Cascioli. Il 27 marzo la Bussola ha lacerato l’imbarazzante velo di ignoranza che in questi mesi ha avvolto il dibattito interno al mondo cattolico sulle DAT. In un editoriale di Riccardo Cascioli – per lunghi anni giornalista di Avvenire – la Bussola ha avvertito che sulla legge in discussione si registrano “crescenti dubbi anche in seno al variegato movimento pro life”.

E poi Cascioli ha affondato il colpo, scrivendo che è palpabile “il nervosismo che trapela dal fronte dei più convinti sostenitori della legge”. “Nervosismo – prosegue la Bussola – dimostrato, ad esempio, dall’ultimo numero di “E’ vita”, l’inserto di Avvenire dedicato ai temi della vita, il cui titolo di apertura, giovedì scorso, recitava così: “Senza questa legge, arriva l’eutanasia”. E in seconda pagina l’editorialista Domenico Delle Foglie si scagliava contro dei presunti “supercattolici” che vorrebbero leggi perfette e, seguendo questo idealismo irrazionale, fanno il gioco del fronte eutanasico”.

Cascioli non si schiera armi e bagagli dalla parte di chi contesta la legge, perché “noi abbiamo sempre sostenuto che ci sono ottime ragioni sia per sostenere la necessità di una legge (ma solo a certe condizioni), sia per ritenerla inutile o addirittura dannosa.” “Legge o non legge – scrive Cascioli – il problema vero che ci sta portando all’introduzione dell’eutanasia è culturale e riguarda tutta la società”

Ma poi, ecco un altro siluro verso il quotidiano della Cei: “Lanciare scomuniche reciproche o accusare di volere l’eutanasia chi non si allinea al pensiero ufficiale, è una grave scorrettezza e un atto di disonestà intellettuale, soprattutto da parte di chi – scrivendo sull’organo ufficiale della Chiesa italiana – pensa di mantenere serrate le fila con minacce ed etichette di diserzione. Pur in un dibattito serrato non dovrebbe mai venire meno la consapevolezza – e il riconoscimento – che siamo tutti dalla parte della vita.”

Secondo la Bussola, “ad Avvenire non dovrebbe sfuggire il fatto che i dubbi sulla legge non provengono soltanto da frange di “intransigenti”, ma anche da autorevoli membri dell’episcopato”, come monsignor Giampaolo Crepaldi, arcivescovo di Trieste ed ex segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace.

“Ma a volte – scrive Cascioli – oltre alle parole valgono anche i silenzi, e da questo punto di vista è significativo che sull’argomento tacciano due vescovi di primo piano, esperti di bioetica e Dottrina sociale, come il cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, e monsignor Luigi Negri, vescovo di san Marino-Montefeltro. (…) Accanto a loro non possiamo non citare il padre domenicano Giorgio Carbone, altra autorità in fatto di bioetica, che ha espresso pubblicamente le sue perplessità su diversi aspetti del progetto di legge.”

Riccardo Cascioli chiude il suo puntuto editoriale entrando nel merito della legge, e ammettendo che ci sono due nodi da sciogliere. Primo: “Non si può dare torto a chi sostiene che – per evitare un altro caso Eluana – sarebbe bastato un articolo unico in cui ribadire il principio per cui alimentazione e idratazione sono sostegni vitali in qualunque modo essi siano somministrati. Se il problema sono gli Azzeccagarbugli di cui è pieno il mondo della giustizia, meno parole si scrivono meglio è.”

Secondo: “L’opportunità di intervenire per legge nel rapporto tra medico e paziente, cercando di codificare ciò che realisticamente appare ben poco codificabile.”

Nel comunicato n. 101 del 31 marzo scrivevamo che “la gioiosa macchina delle Dat si è inceppata”. L’articolo di Riccardo Cascioli certifica che l’avaria è ormai evidente a tutti, e rende ancora più urgente un cambiamento di rotta. Per evitare che il mondo cattolico metta la sua firma indelebile sulla legalizzazione del testamento biologico in Italia.

Comitato Verità e Vita

Legge sul fine vita, le scomuniche non servono:

Info su Giorgio

Sono un Infermiere, scrivo libri e da molti anni sono attivo nel volontariato pro life per quanto riguarda la difesa della vita dal concepimento al termine naturale. Sono presidente dell'associazione "Ora et Labora in difesa della vita"
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