LA STORIA DI SUOR LETIZIA, di Annamaria Pacchiotti

La storia di Suor Letizia
Le sale mortuarie poste nel seminterrato dell’Ospedale sono affollate. Aspetto fuori, sulla panchina dura e fredda proprio come il mio cuore,
Sono stanca, delusa, abbattuta; sto vivendo con amarezza la morte terrena di una donna straordinaria, che ha dedicato la sua vita a curare gli alri con amore, ricevendo in cambio, dai medici ed infermieri, un trattamento DISUMANO!
Finalmente il personale dell’agenzia funebre ha concluso il suo lavoro, posso entrare,
Una frase di Suor Letizia mi torna alla mente “Ricorda sempre, la miglior medicina è l’amore!”
Appoggio una rosa rossa sul suo abito blu scuro delle “Figlie della carita di San Vincenzo de’ Paoli”, fra le mani luccica il “coroncino della Divina Provvidenza”, ripeto mentalmente l’invocazione “Provvidenza divina del Cuor di Gesù, provvedeteci” (1)
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Suor Letizia era degna del bel nome che portava; la nostra breve ma intensa amicizia è nata nelle corsìe dell’Ospedale, luogo dove le sofferenze sono solitamente poco considerate e valutate.
I Gruppi di volontariato (pur senza riuscire a coprire tutte le necessità) fanno il possibile per sollevare lo spirito dei malati con attenzioni, sorrisi, carezze.
Sempre allegra, pazientemente sopportava le sue condizioni. Il mio arrivo la rallegrava; gradiva il mio piccolo aiuto, ma soprattutto amava dialogare, fare e ricevere preziose confidenze, scambiare sorrisi: capiva che ero lì PER LEI. Mi diceva: “Eccola, carina! Quanto bene fate voi volontari!” Io mi schermivo: “Chissà quanto ne avrà fatto lei nella sua vita, cara sorella!”
<<<<<< Sicuramente l'anima di Suor Letizia starà godendo le delizie del Paradiso. Ma la sua è stata una morte ingiusta, perchè dopo un intervento chirurgico che poteva considerarsi "salvavita", ha subito l'abbandono terapeutico. Stupisce e sgomenta vedere come i chirurghi tendano a raggiungere l'eccellenza nelle sale operatorie, per poi annullare i risultati di anni di ricerche, studio, pratica ospedaliera, con un comportamento "fallimentare" nei reparti; comportamento che ha come risultato finale l'eutanasia passiva! Nel caso di Suor Letizia, dopo aver deciso un'amputazione ritenuta necessaria per evitare una cancrena (intervento complesso, ma che viene effettuato da tempo immemorabile) non si sono monitorate le sue condizioni generali nel decorso post-operatorio. E' stata ignorata dai medici e trattata in modo inqualificabile dalle infermiere. <<<<<<< Voglio, ora e sempre, sottolineare il valore della vita, di ogni vita dal concepimento alla morte naturale!! Il preciso dovere del medico è quello di lottare fino alla fine accanto e "con" la persona sofferente. Siamo certi che il nostro destino ultimo sia la morte, ma il diritto del malato è quello di ricevere le cure adeguate, sotto tutti i punti di vista (medico, assistenziale, psicologico e spirituale). Il malato si aspetta di venire informato sulle proprie condizioni di salute e seguito poi con competenza ed umanità. E' questo il suo DIRITTO, mentre non esiste, contrariamente a quanto vogliono far credere certi ideologi della "compagnìa della buona morte" un DIRITTO A MORIRE come e quando si vuole, nè di suicidarsi; tanto meno quello di uccidere volontariamente un'altra persona! Ora, qualcuno vorrebbe farci credere che sia il caso di dettare le ultime volontà riguardo al fine della nostra vita (nel testamento biologico è insito il diritto a morire!) Si noti l'ovvietà del fatto che la vita non ci appartiene, non siamo in grado di darcela da soli! E' l'evidenza di sempre, che si vuole soffocare nel gas nocivo di un malinteso senso di libertà, l'autodeterminazione estrema. Quando il malato soffre e si trova in grave stato depressivo, dovremmo innanzitutto chiederci se è SOLO (cosa assai probabile) oppure se ha accanto parenti o amici che lo accudiscano e lo confortino.. L'esperienza personale mi ha insegnato che i sofferenti necessitano di attenzioni amorevoli e continuative. Nei miei turni in Ospedale, dovevo prima cercare l'approccio con discrezione e tenerezza, ma al termine del mio (sia pure esiguo) intervento, non è mai accaduto che l'ammalato non fosse più rilassato e sorridente! Dunque, non dobbiamo lasciarci tentare dal "nichilismo che abita dentro ognuno di noi.." (cito F. Agnoli "Voglio una vita manipolata" - Ares 2006) LASCIAMO INVECE CHE A DETTAR LEGGE SIA L'AMORE! Pare strano come questa parola composta di sole 5 lettere possa risolvere le molte questioni poste in essere dalle equivoche elucubrazioni nate nelle menti di tanti scienziati, ideologi e filosofi! L'AMORE è una logica di vita che riscalda gli animi più gelidi e risolve TUTTO! Non per niente Gesù dice :"Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri" (Gv. 15,13) Badate, non è un invito, ma un ordine; e San Giovanni evangelista ripete: "Dio è Amore!" (1Gv 4,8) E se alla fine saremo giudicati sull'amore, vorrei fosse chiaro a quei fratelli cattolici che, guardando un disabile o un malato terminale pensano con (falsa) pietà: "Ma che vita è mai questa? Merita di essere vissuta?" che l'eutanasia è l'esatto contrario della carità cristiana. Li invito a rileggere il capitolo 25 del Vangelo di Matteo, dove Gesù non dice certamente "ero malato e mi avete lasciato morire, o trascurato, o abbandonato" a coloro che giudicherà degni di ricevere l'eredità preparata dal Padre! L'importanza dell'amore la sottolinea anche San Paolo che, nel famoso "inno" dichiara la carità il più importante di tutti i doni (1Cor 13,1-13). Penserete: "Oh, ha scoperto l'acqua calda?!" La Parola di Dio sembra risaputa, ma quanti la vivono davvero nella loro vita? Quanti ricordano che la CARITA' si compiace della VERITA'? La risposta è sotto i nostri occhi. (1) La Coroncina della Divina Provvidenza fu suggerita da Gesù alla Serva di Dio Suor Gabriella Borgarino, Vincenziana, nata a Boves (Cn) nel 1880, durante i suoi momenti di contemplazione di fronte all'immagine del Sacro Cuore. Le spoglie di Suor Gabriella sono sepolte presso la Casa Immacolata in Luserna Alta (To).

Info su Giorgio

Sono un Infermiere, scrivo libri e da molti anni sono attivo nel volontariato pro life per quanto riguarda la difesa della vita dal concepimento al termine naturale. Sono presidente dell'associazione "Ora et Labora in difesa della vita"
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